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1) Dizion. 5° Ed. .
CASCARE.
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CASCARE.
Definiz: Neutr. Venire da alto a basso, tratto dal proprio peso: lo stesso che Cadere, ma denota alquanto più d'intensità, ed è più dell'uso familiare.
Probabilmente è sincope del lat. cadescere. –
Esempio: Dant. Inf. 17: Poi che nel viso a certi gli occhi porsi, Ne' quali il doloroso fuoco casca, Non ne conobbi alcun.
Esempio: E Dant. Inf. 19: Laggiù cascherò io altresì, quando Verrà colui ch'io credea che tu fossi.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 228: Io fo boto.... che io mi tengo a poco, che io non ti do tale in sulla testa, che il naso ti caschi nelle calcagna.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 24: Pur si ritrova ancor su la rivera, Là dove l'elmo gli cascò nell'onde.
Definiz: § I. Riferito a pioggia, neve, o qualsivoglia meteora; e poeticam., anche a luce. –
Esempio: Dant. Purg. 32: Come le nostre piante, quando casca Giù la gran luce mischiata con quella Che raggia dietro alla celeste lasca, Turgide fansi.
Esempio: Dav. Eron. 18: Le più grosse [parti della rugiada] tirate su dalla forza dell'esalazione, poichè 'l sole è partito, raffreddano e cascan giù.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 9, 14: E non le importa se casca la guazza.
Definiz: § II. Per Andare disteso a terra, Andar giù di colpo; riferito a persona. –
Esempio: Colonn. Guid. 205: Appressandosi [Ettore] al re Schedio, il quale cascava da cavallo, subitamente l'uccise.
Esempio: Dant. Inf. 24: Nè O sì tosto mai nè I si scrisse, Com'ei s'accese e arse, e cener tutto Convenne che cascando divenisse.
Esempio: Franz. M. Lett. IV, 2, 185: Io mi sono deliberato seguitare il corso tanto che io caschi o che io abbia, se non il palio, almeno il giglio (qui figuratam.).
Esempio: Salvin. Senof. 94: Casca in terra, abbandonata della persona; contraffacendo coloro a' quali si dà quel benedetto male.
Definiz: § III. Figuratam., Rimanere estinto, Morire; e per lo più repentinamente, o per gualche violento accidente. –
Esempio: Dant. Inf. 29: Fu l'aer sì pien di malizia, Che gli animali infino al picciol vermo Cascaron tutti.
Esempio: E Dant. Inf. 33: Quivi morì: e come tu me vedi, Vid'io cascar li tre ad uno ad uno Tra il quinto dì e il sesto.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 299: Non le lasciava portare niuna cosa da mangiare, credendo che per fame si cascasse.
Esempio: Morell. Cron. 280: Questo era pessimo segno e sanza rimedio, e breve e' cascavano i grandi e' piccoli da un dì a un altro.
Definiz: § IV. Per Rovinare; detto di edifizj o simili. –
Esempio: Dant. Inf. 12: Or vo' che sappi che l'altra fiata Ch'i' discesi quaggiù nel basso inferno, Questa roccia non era ancor cascata.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 109: Nella molto cretosa terra non si deono far le ripe molto pendenti,.... perocchè dopo il gelato verno appressandosi il caldo della primavera, si dissolverebbono e cascherebbono.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 103: La casa che Melampo in profezia Disse a Ificlo già che cascherebbe.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 183: In un dì questi duoi Lati lo troverrei, ovvero dove Si giuoca; in chiesa, so non c'è pericolo, Ch'egli spirita sempre e non gli caschi Il campanil in capo.
Definiz: § V. E figuratam., Andare in declinazione, Venir meno di forza, di grandezza; ed anche Perder credito, Scemare di reputazione; riferito a persona. –
Esempio: Libr. Prov. 19: Ove non è governatore, il popolo casca.
Esempio: Salvin. Casaub. 96: Ecpiptein, Cascare, e qui e poco appresso invece di Ammutolire, Non piacere; frase trasportata dagli strioni, i quali ancora da i Latini stare si dicono o non stare, cioè Reggere o Cascare, secondo che piacciono o no.
Definiz: § VI. E pur figuratam., detto di verso, periodo o simili, vale Non sostenersi con la dovuta armonia. –
Esempio: Red. Lett. 1, 59: Questo verso alle volte al mio orecchio fa gentil suono, alle volte parmi che caschi.
Definiz: § VII. Per Discendere, Calare, Piombar giù; detto di volatili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 50: Come casca dal ciel falcon maniero Che levar veggia l'anitra o il colombo.
Definiz: § VIII. E figuratam. –
Esempio: Salvin. Odiss. 36: Nè molto tempo si sedêr, che loro Il sonno ne cascò sulle palpebre.
Definiz: § IX. E pur figuratam. detto di astri che volgono al tramonto. –
Esempio: Chiabr. Rim. 1, 97: Dolce bramar che su nel cielo aurato Non sorga al nostro giorno alba di pianti; Nè ch'Espero dolente Caschi in onda marina.
Definiz: § X. Scender giù, Scorrere a basso con un certo impeto; detto di fluidi. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 154: Qual soglion l'acque.... Che quando lor vien poi rotto il sostegno, Cascano, e van con gran romor diffuse.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 378: Torbido torrente, Che fra dirupi impetuoso caschi.
Definiz: § XI. E pure detto di fluidi, Concorrere, Affluire, Raccogliersi in un punto più basso. –
Esempio: Dant. Inf. 20: Siede Peschiera.... Ove la riva intorno più discese; Ivi convien che tutto quanto caschi Ciò che in grembo a Benaco star non può E fassi fiume giù pei verdi paschi.
Definiz: § XII. Detto di lacrime, Venir giù, Scendere in copia. –
Esempio: Salvin. Plat. Dial. 215: Ogni volta ch'io l'odo, il cuor più mi balza e più mi cascan le lacrime.
Definiz: § XIII. Per Scendere verticalmente, detto di linea che s'incontra con un'altra. –
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 325: Essendo A B un piano orizzontale, sopra il quale dal punto C caschi la perpendicolare C B, ec.
Esempio: Cavalier. Reg. Triang. 22: Quando gli angoli aggiacenti al lato, sopra il quale casca il perpendicolo, sono ambidue dell'istessa specie, esso casca dentro il triangolo; ed essendo essi di specie diversa, casca fuori.
Definiz: § XIV. Per Corrispondere, Riscontrarsi, Essere collocato in un punto rispondente ad un altro. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 8, 163: Se il detto spartimento della volta fusse, ne' diritti delle colonne, venuto a cascare con le cornici che vanno facendo divisioni intorno ai quadri e tondi che ornano quello spartimento,.... questa opera sarebbe in tutte le parti perfettissima.
Esempio: Dant. E. Astrolab. 31: Ogni volta che si dirà mettasi la diottra, o guardisi dove casca la diottra, s'intende sempre che si metta la linea della fiducia o che si guardi dove casca la linea di essa fiducia.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 1, 227: Piglia dunque con un compasso la linea AB, la quale applica rettamente sopra la scala dello strumento, ponendo un'asta del compasso nel centro dello strumento, e l'altra sopra il punto dove cascherà, che sia per esempio al 60; dipoi prendi pur col compasso la linea F G, e posta una delle sue aste nel punto 60, apri lo strumento sin tanto che l'altra asta caschi giusto traversalmente sopra l'altro corrispondente punto 60.
Definiz: § XV. Figuratam., per Andare a finire, a terminare, a riuscire, e simili; e pigliasi in senso non buono. –
Esempio: Dant. Parad. 27: O buon principio, A che vil fine convien che tu caschi!
Definiz: § XVI. Per Capitare, Venire a caso, in alcun luogo spiacevole o tristo. –
Esempio: Machiav. Rim. 385: Nè so ben la cagion perch'io cascassi Là dove al tutto libertà lasciai.
Definiz: § XVII. Per Venir meno, Mancare; poco usato. –
Esempio: Cic. Tusc. 151: Conviene che niente si diminuisca o spengasi o caschi di quelle cose, le quali nella vita beata consistano.
Definiz: § XVIII. Per Scadere di salute. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 12, 269: E tornando a Michelagnolo, dico che, innanzi la morte un anno in circa, avendosi adoperato il Vasari segretamente che 'l duca Cosimo de' Medici operassi col Papa.... che, visto che Michelagnolo era molto cascato, si tenesse diligente cura di chi gli era attorno a governarlo.
Definiz: § XIX. Per Incorrere, Incappare, riferito a pene, pericoli, disgrazie e simili. –
Esempio: Ross. P. Sveton. 10 t.: Cascò di nuovo [Giulio Cesare] in un altro pericolo.
Esempio: E Ross. P. Sveton. 62 t.: Se alcuno gli richiamasse più in giudicio, cascasse nella medesima pena.
Definiz: § XX. Riferito a colpe, falli, vizj, vale Commetterli, e talora anche Esservi dedito, Abbandonarvisi. –
Esempio: S. Greg. Omel. 3, 238: Piagniamo in prima nella loro miseria noi medesimi; perocchè forse o noi siamo cascati in simili cose, o noi vi possiamo cascare.
Esempio: Sacch. Rim. M. G. 6: O fè confusa, che posson dir quelli Tartari, Turchi, e gli altri infedeli, Veggendo i gran pastori a Dio rubelli, E che lor vita sì ne' vizj casca?
Definiz: § XXI. Per Accadere, Succedere, e anche Derivare, Provenire. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 35, 7: Tanta esaltazïone e così presta Non fortuita o d'avventura casca, Ma l'ha ordinata il ciel perchè sia questa Degna in che l'uom di ch'io ti parlo nasca.
Definiz: § XXII. E Termine di marina, si disse dei rematori, per Ricadere a sedere sul banco, dopo aver tirato a sè il remo. –
Esempio: Cresc. B. Naut. Medit. 50: In luogo de' banchi, vi sarà in ciascheduna ruota una pedagna con un banchetto da montar, e l'altro da cascare quell'uomo solo che voga.
Definiz: § XXIII. Cascare addormentato, vale Esser preso da gran sonno, Addormentarsi profondamente. –
Esempio: Ar. Sat. 1, 165: Vegghi la notte in sin che i Bergamaschi Si levino a far chiodi, sì che spesso Col torchio in mano addormentato caschi.
Definiz: § XXIV. Cascar dubbio sopr'una cosa, vale Nascervi dubbio, Essere cosa da dubitarne. –
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 343: Stabilito che sia lo stipendio per la prima parte, sulla quale non casca dubbio, si dovrà per l'altra ratificare la recognizione già stabilita.
Definiz: § XXV. Cascar morto; modo familiare che significa Morire, e spesso improvvisamente, o di malattia acuta. –
Esempio: Morell. Cron. 280: Molte cose maravigliose si vedeano: assai, per visitare uno infermo, per governarlo, o toccarlo, o lui o i suoi panni, di fatto cascare morti.
Esempio: Cellin. Vit. 428: Queste amorevol parole io mi penso che ei le dicessino, pensando che io dovessi poco soprastare a cascar morto.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 149: Nè fo come fan certi, che vorrieno, Tosto che gli hanno auto un benefizio, Che chi l'ha fatto lor cascasse morto, Per non avere a renderne mai il cambio.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 37: Carlo, in vederli, egli ebbe a cascar morto.
Definiz: § XXVI. E Cascar morto sopr'una cosa, dicesi familiarmente e figuratam. per Struggersene di voglia, Spasimarne; riferito più specialmente a donne, a ghiottornie e simili.
Definiz: § XXVII. E Cascar morto dalla fame, dal sonno, dalla noia, dalla fatica e simili, dicesi pur familiarm. e figuratam. per Essere travagliato od oppresso da fame, sonno ec.
Definiz: § XXVIII. Cascar ritto, dicesi familiarm. di Chi in una disgrazia non ne riceve danno, od anche ne sa trarre qualche vantaggio.
Definiz: § XXIX. Cascare a fare una cosa, trovasi per Condursi o Ridursi a farla, detto di cosa non buona o men degna. –
Esempio: S. Greg. Omel. 2, 252: È cascato ad esercitare le male operazioni, ed a desiderare le pompe mondane.
Definiz: § XXX. Cascare addosso a una cosa, vale figuratam. Gettarvisi sopra con avidità e con un certo impeto; riferito più specialmente a vivande. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 29: E cascarono addosso a quei piccioni, Dicendo, buoni; ma buoni, ma buoni.
Definiz: § XXXI. Cascare di una persona o d'una cosa, vale Esserne preso di forte amore, Esserne invaghito. –
Esempio: Salvin. Plat. Dial. 217: Credendo una volta ch'ei cascasse di mia bellezza, stimai ch'un Dio proprio m'avesse mandata la sorte.
Definiz: § XXXII. Cascare di dosso, riferito a vesti, vale Tornar male al dosso le vesti, ed anche Essere male in arnese; e per estensione dicesi pure d'ogni altra cosa che sia mal portata, quasi da cascare in terra. –
Esempio: Dav. Tac. 2, 98: Uscendo di Roma il germano esercito, non parea desso:.... marciavano lenti e radi, cascavano loro l'armi di dosso.
Definiz: § XXXIII. Cascare di fame, o dalla fame, vale Avere grandissima fame. –
Esempio: Burch. Son. 2, 54: Va', torna tosto, che di fame casco.
Definiz: § XXXIV. E Cascar di fame, vale altresì Menare una vita poverissima, Essere in estrema penuria: oggi più comunemente Morir di fame. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 34, 1: Innocenti fanciulli e madri pie Cascan di fame, e veggon ch'una cena Di questi mostri rei tutto divora Ciò che del viver lor sostegno fora.
Definiz: § XXXV. Cascar di sonno, o dal sonno, vale Avere gran voglia di dormire. –
Esempio: Nov. Grass. legn. 39: A cui costoro dissono: E' pare, Matteo, che tu caschi di sonno.
Definiz: § XXXVI. Cascar di vezzi, vale Abbondare d'affettazione femminile. –
Esempio: Morell. Cron. 246: Questa fu... molto bene fatta della persona, e tanto gentile, che cascava di vezzi.
Definiz: § XXXVII. Cascar fra le vecchie; modo familiare, che significa Invecchiare innanzi tempo; e si dice più specialmente delle donne. –
Esempio: Pataff. 9: Cascato egli è omai infra le vecchie.
Definiz: § XXXVIII. Cascare in basso, vale figuratam. Venire in umile condizione, Ridursi in miseria. –
Esempio: S. Ag. C. D. 7, 103: L'una e l'altra parte, come la divina Providenzia comandava o permetteva, si levava in alto per varie prosperità, e cascava in basso per varie avversità.
Definiz: § XXXIX. Cascare in fantasia, nell'animo, e simili; vale Venire in pensiero, Accorrere alla mente, e simili. –
Esempio: Gell. Circ. 3, 65: Non ti caschi nell'animo un simil pensiero di me, Ulisse.
Esempio: Sassett. Lett. 14: Non vi caschi mai in fantasia che io vi voglia smaccare.
Definiz: § XL. Cascare altrui il fiato, le braccia, le brache e simili; vale figuratam. e in ischerzo, Sbigottirsi, Perdersi d'animo. –
Esempio: Lipp. Malm. 6, 94: Qui, dice il re, si dà sempre in budella; Sicchè mi cascan le braccia e l'ovaia.
Esempio: E Lipp. Malm. 9, 24: Sicchè se innanzi fecero il fantino, Le brache infatti gli eran poi cascate.
Esempio: E Lipp. Malm. 11, 6: Alla quale in quel punto cascò il fiato, Il fegato, la milza e le budella.
Esempio: Red. Lett. 1, 167: Io scrivo volentieri; ma quando la soma mi sopraccarica, come oggi, mi casca le braccia.
Definiz: § XLI. Cascare nel quarto, significava Incorrere nella pena di pagare la quarta parte più dell'accusa, e anche del dazio non sodisfatto nel giorno determinato.
Definiz: § XLII. Quindi figuratam. dicesi Che una cosa non casca nel quarto, per denotare Che non è di gran premura, Che si può differire senz'alcun danno.
Definiz: § XLIII. Andare a cascare col discorso su qualche proposito o argomento, vale Recarlo, Condurlo a quel dato fine o intendimento.
Definiz: § XLIV. Farle cascar da alto. –
V. Alto.
Definiz: § XLV. Lasciarsi cascare una cosa, e più distesamente Lasciarsi cascare una cosa di mano, vale Esser preso da sbigottimento, stupore e simili, per modo da non aver più forza di reggere quella data cosa. –
Esempio: Dant. Inf. 21: Allor gli fu l'orgoglio sì caduto, Che si lasciò cascar l'uncino ai piedi, E disse agli altri: Omai non sia feruto.
Definiz: § XLVI. Non gliene casca una; dicesi proverbialm. di Persona sagace e un po' impacciosa, che nota, per lo più maliziosamente, tutto quello che altri fa o dice.
Definiz: § XLVII. Che ti caschi, o Che gli caschi, il fiato, un occhio, la lingua e simili; modo scherzevole d'imprecare ad alcuno, che muoia, che accechi, che ammutolisca e simili.
Definiz: § XLVIII. Chi casca casca; maniera familiare, denotante assoluta noncuranza che si abbia per la vita altrui, o per qualunque danno possa avvenirgli; e più specialmente si riferisce ad imprese arrischiate, nelle quali ad ogni costo si vuol riuscire.
Definiz: § XLIX. Meglio cascar dalle finestre che dal tetto; maniera proverbiale che significa, Che nel male è sempre meglio eleggersi il danno minore. –
Esempio: Lipp. Malm. 2, 10: Perchè po' poi (diss'io), gli è me' ch'io caschi Dalle finestre prima che dal tetto.